Carte del nuovo mondo by Paola Castellucci

autore:Paola, Castellucci [Castellucci, Paola]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Critica letteraria, Saggi
ISBN: 9788815332530
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2017-09-14T22:00:00+00:00

La Dichiarazione di Berlino intende i diritti «free, irrevocable, worldwide» e non – come avveniva con il copyright – validi per un periodo determinato di tempo, ad esempio fino a settant’anni dalla morte dell’autore. Le dimensioni tendono potenzialmente all’infinito, sia in termini spaziali che temporali: il diritto vale sempre e ovunque ed è irrevocabile. Le istituzioni devono pertanto farsi carico di garantire tale diritto nel tempo. Lo si faceva nell’antico regime della stampa con l’obbligo del deposito legale; lo si enfatizza ancora di più ora, nell’era digitale, con il concetto di «long-lasting preservation».

La transizione implica un processo lungo e graduale che necessita innanzitutto di un accordo su cosa debba ormai intendersi per pubblicazione. Nella terza sezione – Definition of an Open Access contribution – viene sancito il passaggio dalla precedente concezione di pubblicazione a quella più estesa di contributo, in grado di convogliare le nuove realtà dei documenti digitali online, nonché le identità documentarie sempre più granulari, grezze, tendenti al dato e concepite all’interno di grandi agglomerati interconnessi (linked open data). Infine, nella sezione Supporting the transition to the electronic Open Access paradigm, viene affermato che vanno garantite, contemporaneamente, equità ed efficienza[44].

Dopo la Dichiarazione di Berlino viene avviato un processo che durerà dieci anni per diffondere il messaggio dell’accesso aperto: ogni anno ad ottobre – come era avvenuto la prima volta, a Berlino – verrà promossa una settimana per la diffusione dell’accesso aperto; e ogni anno la conferenza di Berlin Process si terrà in una diversa città. In questo iter si aggiunge idealmente una quarta B alle cosiddette BBB Declarations dal momento che nel 2010 la sede sarà Beijing, Pechino. Contestualmente si promuove l’inclusione di paesi lontani dal mondo occidentale e di comunità distanti dal modello scientifico-tecnico. L’Open Access si diffonderà così in America Latina e Sud Africa e si tenterà anche la difficile strada del Medio Oriente; a comunità di fisici, biologi, matematici, si uniranno anche umanisti e perfino cittadini comuni.

La necessità di ripetere il messaggio, di precisarlo, di professarlo da diverse prospettive, geopolitiche o disciplinari, è funzionale a una sua corretta e ampia diffusione. In questo processo di trasformazione, oltre ad essere preferita la parola «contribution» piuttosto che «publication», viene sempre più frequentemente sostituito il concetto di «public» con quello di «common». Occorre soffermarsi su questo aspetto visto che ormai la parola «common» segna la nostra contemporaneità e spesso rischia di essere banalizzata in uno slogan quando invece si riferisce al lento, complesso, confluire di diverse tradizioni. Va poi considerato che in paesi regolati da differenti tradizioni giuridiche (si consideri già solo il caso italiano) l’aggettivo pubblico si riferisce a realtà istituzionali e amministrative non corrispondenti a quelle anglosassoni che si richiamano invece al concetto di common. In scritti successivi a BOAI, lo stesso Peter Suber utilizzerà infatti più frequentemente il termine «common» e sempre più problematico diventerà il rapporto con il termine «public».

Nella fase di cambiamento indotta dalla rete e dal Movimento Open Access le legislazioni nazionali cercano di accompagnare il transito con leggi e regolamentazioni, con

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.